Libero Grassi monologo immaginario

Oggi pubblichiamo il monologo immaginario di Libero Grassi scritto da Natale.


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LIBERO GRASSI
Prologo – Libero Grassi era un imprenditore palermitano. Possedeva un’azienda di biancheria intima, la Sigma. La mafia, come succedeva innumerevoli volte, gli chiese il pizzo per avere in cambio “protezione”. Lui trovò il coraggio, notevole in quegli anni, di rifiutare. Non solo, scrisse una lettera pubblica agli estortori sul Giornale di Sicilia
Palermo, 10 gennaio 1991
«Caro estortore, volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui».
Molto bene, credo che vada bene così. Domani la porto al giornale. Io mi chiamo Libero, e i miei genitori mi hanno chiamato così in onore di Giacomo Matteotti, rapito e ucciso dai fascisti proprio l’anno in cui sono nato io, il 1924. Nella mia famiglia abbiamo sempre lavorato sodo, io mi sono guadagnato col sudore della fronte quello che ho. Ho fatto tanti sacrifici per cosa? Per passare lo stipendio al clan Madonia? No, non ci sto. Se tutti abbassiamo la testa questo schifo non finirà mai. Perché ognuno di noi dovrebbe pagare la propria libertà? La libertà è quel diritto che nessuno, e per nessuna ragione al mondo, ci dovrebbe levare. Però mi chiedo, che cosa significa essere liberi? Per una donna significa avere un lavoro, essere indipendente, cosa che ha ottenuto con l’emancipazione, mentre per un carcerato libertà è semplicemente non avere quelle sbarre che lo dividono dal mondo esterno. Per gli imprenditori, soprattutto quelli siciliani, libertà significa non sottoporsi al potere mafioso. E come? Ad esempio come sto facendo io, rifiutando di pagare il pizzo. Negli anni passati, forse per timore, tutti gli imprenditori sottostavano alle “leggi” che imponeva la mafia, nessuno si opponeva a tali eventi. Io, come qualsiasi altro imprenditore, non meritiamo di rovinare i frutti dei nostri sacrifici. Scrivo questa lettera per difendere la mia dignità in quanto uomo e imprenditore, soprattutto perché altrimenti non rovinerei solo me stesso, ma anche la mia famiglia, i miei dipendenti. E’ proprio questo che mi spinge a scrivere tale denuncia. Sicuramente dopo aver scritto ciò mi verrà offerta una scorta dalla polizia, e se dovesse essere così io la rifiuterò, perché io sto agendo da cittadino libero e impaurito. Per farmi proteggere, ho deciso di dare le chiavi della mia fabbrica alla polizia; perché nessuno è dalla mia parte, né i miei colleghi imprenditori, né la mia famiglia. Dunque sono solo, e per questo lotterò contro tutti. Non sono un eroe e tanto meno voglio esserlo. Voglio soltanto che ogni individuo abbia diritti e doveri che gli spettano. Non saranno i colpi di pistola a far tacere un cittadino onesto.
Epilogo – Libero Grassi venne ucciso il 29 agosto del 1991, alle sette e mezzo di mattina, mentre si recava al lavoro. Al suo funerale il figlio Davide alzò le mani in segno di vittoria…
Qualche mese dopo fu istituito un decreto che istituiva il fondo di solidarietà per le vittime del racket.


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