Serafina Battaglia monologo immaginario
Oggi pubblichiamo il monologo di Serafina Battaglia scritto da Aurora.
Prologo: Serafina Battaglia è la prima donna che, nel 1962, trova il coraggio di andare a testimoniare in tribunale durante il processo per l’omicidio del figlio, contro tre malavitosi del suo paese, Godrano, in provincia di Palermo.
Palermo, Gennaio 1962-
Domani c’è il processo, e io ci vado. Ci vado, sì, e racconto tutto! Io non ho paura, non ho più nulla da perdere. Mi hanno tolto la cosa che avevo più cara al mondo! Mio figlio…il mio caro Totuccio. Lui ormai era tutto per me. Quei due delinquenti, Filippo e Vincenzo Rimi, si meritavano la morte! Hanno fatto uccidere mio marito Stefano! E io avrei voluto ucciderli con le mie stesse mani…ma le cose sono andate male. E ora li aggiusto io!
Sì, non avrò nessuna titubanza! Non me ne importa nulla della gente. I miei parenti mi hanno lasciato sola, tutti hanno paura…ma paura di che? Questi mafiosi fanno schifo, fa schifo la mafia! La coppola in testa! Ma che se ne devono fare della coppola? Toglietevi la coppola, e mettetevi due corna in testa. Corna non delle vostre donne ma per le vostre azioni. Io non vi temo, no. E quando vi vedo vi sputo in faccia! Io racconto tutto ai giudici e mi inginocchio davanti a loro per avere giustizia!
Ho fiducia nella giustizia? Insomma, relativamente, perché solo il giudice Terranova si è preso la pazienza di ascoltarmi! E se non era per il giornalista Mario Francese non trovavo neanche un avvocato! Dopo il lutto del mio caro figlio Totuccio, non ho più visto i malavitosi di Alcamo nella bottega di mio marito. Le mogli e le madri di mafiosi non hanno un briciolo di coraggio…non pensano a quello che i loro padri e/o mariti fanno, non pensano ai crimini, no, non ci pensano… loro sono al sicuro. I mafiosi sono coraggiosi, nessuno li batte, quindi le donne sotto di loro si sentono protette. Ma invece non pensano che stanno facendo un reato ancora più grave… Se prendessero esempio da me la Sicilia forse non sarebbe in queste condizioni! Secondo me il coraggio non è da tutti, ma chi ce l’ha lo dovrebbe far valere come ho fatto io. Io ho trovato il coraggio quando ho capito che non è con la mafia che si risolvono i problemi, quindi stando zitti. Io vedo, sento e parlo!
Epilogo: Il processo non andò bene, perché alla fine i tre malavitosi furono assolti per insufficienza di prove. Serafina non uscì più di casa, accusata di essere pazza dai parenti. Portava sempre una pistola con sé, non per vendetta, diceva, ma perché aveva paura di essere ammazzata. Morì nel 2004, sola e quasi dimenticata.
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