video NOI...testimoni ci coraggio Quando dopo la lettura del libro ci siamo chiesti come intervenire all’incontro di oggi, abbiamo pensato che, al di là delle curiosità e degli interrogativi che ci avevano attraversato durante la lettura, il messaggio principale che il libro intendeva lanciare fosse quello della testimonianza e che il modo migliore per partecipare attivamente alla costruzione narrativa dell’autrice fosse quello di scegliere, tra i tanti proposti, un esempio; mettersi nei panni delle vittime, impersonare i pensieri e le paure, adattare le nostre voci al testo dell’autrice Valente, per urlare ancora una volta di più la verità, per aggiungere, nel nostro piccolo, un senso a quelle sofferenze. La rassegna dei 18 testimoni di coraggio ha ispirato in ognuno di noi una corsa a scegliere l’esempio che più si avvicinasse a ciascuno, in un esercizio di immedesimazione, di prossimità che ha prodotto, nella classe IIB un insieme dinamico e accorato di riflessioni personali e nell
Quello V erso il Risorgimento è stato un cammino ad ostacoli e piuttosto lungo. E' come se in questo percorso l'Italia dovesse ancora imparare ad essere una vera nazione, è come se all'inizio non tutti ci credessero. Mancava consapevolezza. E anche quando il processo fu concluso presentò il conto delle sue contraddizioni: il controllo piemontese, le differenze economiche tra Nord e Sud, la spoliazione economica del Sud Italia, l'analfabetismo e la mancanza di una lingua unitaria, il diffondersi del fenomeno del brigantaggio. Il lavoro della terza B è stato quello di analizzare i vari step storici, inserirli in una timeline digitale e inserire nel lavoro di ricerca diversi approfondimenti nei QRcode. vai al link: VERSO IL RISORGIMENTO 3B a.s 2023-2024
Oggi pubblichiamo il monologo immaginario di Peppino Impastato scritto da Simone. Prologo – Peppino Impastato, nato a Cinisi nel 1948, abitava ad appena cento passi dalla casa del boss Tano Badalamenti, con cui molti membri della sua famiglia erano in rapporti più che stretti. Suo zio era il boss Cesare Manzella. Ma Peppino, crescendo, capisce che la mafia gli sta stretta, e inizia ad impegnarsi in vari modi per contrastarla. Ciò lo porta inevitabilmente ad entrare in contrato con la famiglia, specialmente con il padre, ed è costretto ad andare via di casa. A volte penso e ripenso che i figli vogliono essere come il padre, io invece mi sono sempre rifiutato di essere come lui e vivere come lui. Fin da ragazzo avevo ben chiare le mie idee, il mio “no” verso quel sistema malato che apparteneva a mio padre e non a me. Sarebbe stato più semplice seguire la scia della mia famiglia, sarei rimasto sotto la protezione della mafia, sarei stato tranquillo. Ma non avevo dubbi. Ho rotto con mio
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